Francesco Pio ha 6 anni e vive a Camerino dove frequenta la prima elementare. E’ l’ultimo nato della famiglia Sorrentino e ha una sorella di 10 anni Gessica e un fratello, Nunzio. Si sono trasferiti a Camerino da Napoli, la loro città di origine, quando il babbo di Francesco venne a lavorare dopo il terremoto con un’impresa edile. Alessandra e Francesco, mamma e papà di Francesco Pio, hanno deciso di regalare al loro bambino un futuro e magari anche una vita normale e l’Aido, associazione italiana donatori di organi, ha deciso di sostenerli in questa loro avventura, nell’ambito del progetto “L’altalena della speranza”.
«Francesco Pio è nato prematuro – racconta la mamma – ed è stato colpito da una paralisi cerebrale infantile. I medici non gli davano più di qualche mese di vita invece Francesco ha una tale voglia di vivere che ha resistito per tutti questi anni».
Fino all’età di 4 anni, Francesco Pio sembrava un vegetale: non parlava, non riusciva a deglutire e poteva mangiare solo sostanze liquide, aveva una lesione al nervo ottico, era ipovedente all’occhio destro, era sottoposto all’ipoventilazione polmonare, aveva la schiena sempre curva su se stessa, le manine rattrappite e il capo a penzoloni. Nonostante i tanti tentativi fatti, nessuno sembrava in grado di restituire al bambino una vita normale. «Una sera – racconta la mamma – ho visto su National Geographic un programma dedicato alle cellule staminali. Nella trasmissione parlarono di un centro a Bangkok dove viene effettuato il trapianto di queste cellule che avrebbero potuto dare speranza a mio figlio». Il costo dell’intervento era notevole e inaccessibile per la famiglia ma Alessandra e Francesco non si arresero e con la tenacia che li contraddistingue e in nome del bene del loro bambino, chiesero prima un finanziamento e poi aprirono un conto corrente finalizzato al viaggio della speranza. L’11 giugno 2008 Francesco Pio e i suoi genitori partono per Bangkok alla volta dell’ ospedale privato Piyavate Centers of Excellence dove il bambino fu sottoposto a quattro iniezioni di cellule staminali intervallate da fisioterapia e agopuntura.
Dopo aver speso tutto quello che avevano, i Sorrentino tornarono a casa con 10 euro nel portafoglio. «A Bangkok – raccontano – per la prima volta mio figlio sollevò mani e testa ma era solo un piccolo segnale. Tornammo a casa molto delusi, poi col passare del tempo ci siamo accorti che Francesco Pio non si ammalava più, poi ha iniziato a crescere di peso e di altezza, poi a mangiare e a muovere le braccia e le mani con maggiore agilità».
I miglioramenti a poco a poco sono diventati più evidenti e significativi. «Ho dovuto aspettare 4 anni – racconta emozionata Alessandra – ma finalmente ho sentito mio figlio chiamarmi “mamma” e ha iniziato a chiamare anche la sorella , ad afferrare gli oggetti e a deambulare con dei sostegni, ad andare in piscina con dei particolari salvagenti che il padre ha assemblato per lui».
Oggi Francesco Pio conduce una vita quasi normale, va a scuola, ha imparato le vocali, disegna e riesce ad esprimersi: «Mio figlio – racconta ancora la mamma – si gusta ogni momento della sua vita, anche se è diversamente abile, anche se con grandi sofferenze. E’ uno dei casi più eclatanti per gli eccezionali miglioramenti che è riuscito ad ottenere. Prima dell’operazione mi dicevano che era un bambino molto intelligente e che la sua situazione gli avrebbe creato negli anni una grande frustrazione. L’ho mandato a scuola pensando che non avrebbe imparato nulla, invece continua a stupirci ogni giorno ». Francesco Pio è stato anche portato nel centro Adeli in Slovacchia dove è stato sottoposto ad una fisioterapia intensiva basata su un metodo innovativo che si basa sull’utilizzo di una tuta spaziale che, in condizioni di peso gravitazionale, riattiva le funzioni cerebrali danneggiate ma in questo momento il bambino avrebbe bisogno di un secondo trapianto di cellule staminali che gli consenta ulteriori progressi: «Speriamo che con questo nuovo intervento – ha sottolineato papà Francesco riusciremo a farlo stare in piedi e magari anche a rimetterlo nel suo letto – scherza – visto che da 6 anni dorme nel lettone».
L’Aido ha deciso di dare il via al progetto “L’altalena della speranza” proprio aiutando Francesco Pio: «Questo progetto – ha spiegato Angelo Scipaichetti – vuole aiutare i bambini in difficoltà del nostro territorio. Abbiamo scelto di iniziare con Francesco Pio perché il suo caso ci è sembrato molto particolare e toccante e contiamo di riuscire entro il primo semestre del prossimo anno a donargli l’intervento che potrebbe restituirgli una vita normale».
Gessica, la sorellina di Francesco Pio, ha vinto il premio Rodari, raccontando come vive la storia di suo fratello: «Vorrei prendere cura dei bambini malati che vivono in povertà e spesso senza genitori. Vorrei essere come la mia mamma, forte e coraggiosa che si prende cura del mio fratellino per farlo migliorare. Io mi considero una bambina fortunata perché vado a scuola, ho una famiglia, una casa, corro e mi diverto, cose che qualche bambino non ha e non fa e non mi ritengo sfortunata perché ho un fratellino con problemi: è questo che mi porta a capire i problemi di altri bambini e mi spinge ad aiutarli, ad accettarli e a considerarli miei amici».
E’ stato aperto un conto corrente (Agenzia 13 – Camerino – Banca delle Marche, Intestatario sottoscrizione Francesco Pio, iban IT 02L0605568830000000010161 BIC Bamait 3AXXX) dove chiunque può versare il proprio contributo ed è stata anche pubblicata una pagina su Facebook “Aiutiamo il mio fratellino Francesco Pio”. Ognuno di noi ha tanti sogni nel cassetto, Francesco Pio ne ha uno solo: giocare insieme agli altri bambini.
di Alessandra Pierini